Quando Hitler rubò il coniglio rosa
(Als Hitler das rosa kaninchen stahl, Germania, 2019, 119’)
di Caroline Link
con Riva Krymalowski, Marinus Hohmann, Carla Juri, Oliver Masucci, Justus von Dohnányi

scelto da Adele

Ospite della giornata, ore 14.30
Fotografare un film, Fabrizio La Palombara

NELL’AMBITO DELLA RASSEGNA SKERMIRIBELLI

Quando Hitler rubò il coniglio rosa

domenica 19 marzo
ore 11: film
ore 13: brunch
ore 14.30: incontro con Fabrizio La Palombara

SCHEDA DI PRESENTAZIONE SCRITTA DA ADELE FERRARI:

Quando Hitler rubò il coniglio rosa è un film basato sull’omonimo libro di Judith Kerr. Il film racconta la storia tragica di Anna e della sua famiglia, che verrà sconvolta dall’ascesa al potere di Hitler in Germania. Anna è una bambina ebrea, figlia di uno scrittore conosciuto in tutta Europa, famoso per le sue critiche politiche nei confronti di Hitler e del governo tedesco. Grazie alla notorietà internazionale del padre, la loro famiglia gode di una vita agiata a Berlino. Ma tutto questo cambia quando Hitler viene eletto. La famiglia di Anna è costretta a scappare: le offese giornalistiche alla persona di Hitler non erano gradite al governo tedesco. Anna è costretta a scappare, a lasciare la comoda vita di Berlino. La casa di Berlino resterà sempre nel film una costante a cui Anna fa appello per confrontare la sua situazione durante il periodo di “esilio”; così tanto da diventare un’utopia di un’infanzia perduta troppo presto. Dopo essersi rifugiati in un albergo per un paio di giorni, la famiglia si sposta in Svizzera, speranzosa di potersi nascondere per il tempo necessario prima di trovare una sistemazione permanente. Anna vive la Svizzera con malinconia e spensieratezza, dando al luogo una sfumatura mista impregnata del ricordo della vita a Berlino e del disperato bisogno di ignorare i problemi e i tragici eventi che le stanno capitando. La vita di Anna e di suo fratello Max in Svizzera è ancora dipinta con la luce innocente dell’infanzia ed è caratterizzata da colori caldi e un ambiente luminoso, alternato da brevi momenti oscuri. Ma Anna è costretta a partire e a lasciare il luogo che per breve tempo ha chiamato casa. Dopo la partenza si dirigono a Parigi, dove la  famiglia è messa a dura prova………

È impressionante come gli eventi più tragici possano portare a comprendere ciò che conta davvero. E questo film regala allo spettatore proprio questo bellissimo messaggio. Il cambiamento tragico di vite innocenti che si ritrovano a non avere una casa, il cibo, di vestiti e a nascondere il loro nome sono emozioni per noi così distanti, ma anche così attuali. I profughi, i rifugiati, gli immigrati e tutti coloro che vivono nell’oppressione e che sono stati strappati dalle loro case ingiustamente e vivono nella paura di non vedere il domani. Le emozioni forti che il film dona allo spettatore sono un tesoro da fare proprio per immedesimarsi meglio in tutte quelle persone che come Anna e Max sono diversi da noi e non hanno le comodità, i diritti e le possibilità che abbiamo noi. E credo che sia proprio lo scopo del film  quello di raccontare una storia che ci aiuti ad accettare ed accogliere il prossimo, e che ci aiuti a ricordare per non dimenticare le atrocità e le vite perse durante un periodo di mostri che continua ancora oggi e che parte da Anna e Max.

FOTOGRAFARE UN FILM: INCONTRO CON FABRIZIO LA PALOMBARA

Fabrizio La Palombara è direttore della fotografia di film, opere televisive, video musicali e spot pubblicitari. Tra i suoi film, il lungometraggio L’agnello di Mario Piredda, con cui ha realizzato anche alcuni corti come I’m hereA casa mia e Lo sono qui per il quale ha ricevuto una menzione al CinemAvvenire Film Festival. Inoltre ha fotografato, tra gli altri, i corti Stolen Light di Riccardo Sai e di Mario Piredda, Eggshell di Ryan William Harris. Ha lavorato nelle serie tv CasaMika, L’Ora Inchiostro contropiombo e Noi, e come operatore in Gomorra 3, e nei videoclip di Negramaro (Attenta) e Ligabue (Il sale della terra).

Biglietto unico: 3 euro

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