Minuscoli granelli nel barattolo del cosmo


di e con Alessio Genchi e Innocenzo Capriuoli

Oggetti di scena Anna Chiara Capialbi

produzione Teatri di Vita

con il sostegno di Comune di Bologna, Regione Emilia Romagna, Ministero della Cultura

Prima nazionale: 28 febbraio 2024

Un viaggio nelle varie epoche dell’umanità, uno scanzonato pellegrinaggio che percorre con veloci salti nel tempo le più interessanti tappe dell’evoluzione umana. I due autori e attori, mantenendo un linguaggio poetico e ironico già esplorato nel loro precedente lavoro sull’uomo medio contemporaneo Ridi, piangi, ti ecciti, cercheranno, questa volta, risposte alle più semplici domande sull’esistenza.
Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo? Ma soprattutto, qual è il segreto per avere dei six pack perfetti? Due esemplari di homo sapiens giocheranno senza regole e senza limiti tra teorie, dottrine e miti concepiti dal Big Bang all’era dell’Intelligenza Artificiale.

Alessio Genchi e Innocenzo Capriuoli hanno lavorato insieme negli spettacoli di Andrea Adriatico XYZ. Dialoghi leggeri tra inutili generazioni Le amarezze, e nel progetto Parcoscenico. Il connubio artistico è nato con lo spettacolo Ridi, piangi, ti ecciti, che ha debuttato l’anno scorso, rivelando una ricerca fra teatro e poetry slam. Genchi è diplomato alla Scuola di Teatro di Bologna Galante Garrone e ha lavorato con registi come Federico Tiezzi, Alessandro D’Alatri, Carmelo Rifici, Nanni Garella, Daniele Salvo, Ksenija Martinovic. Capriuoli è poeta, performer e attore, ha studiato teatro e performance presso la scuola di Farmacia Zooè e ha approfondito lo studio di psicomagia, teatro archetipico e metagenealogia presso la scuola Metamundo con Cristobal Jodorowky.

Visioni critiche e social

Raramente NOI, che solo altrettanto raramente riusciamo a essere LORO, persi come siamo nelle nostre piccole ‘disgrazie’ quotidiane, con una sovrastruttura mentale egocentrica e autoreferenziale, riflettiamo veramente sul nostro ruolo nella storia, andata a regime circa 20.000 anni fa, degli esseri umani o homo sapiens che dir si voglia.
Non accettiamo facilmente NOI, fulcro di problematiche irrisolvibili e stressanti, di essere una semplice goccia nell’oceano di vite che si sono susseguite, con alterne fortune, da quando l’homo sapiens ha iniziato a riprodursi.
Non abbiamo ancora capito che siamo solo minuscoli granelli nel barattolo del cosmo come hanno dimostrato strappandoci, spesso e volentieri, un sorriso quando non una grassa risata, Alessio Genchi e Innocenzo Capriuoli sul palco rasoterra di Teatri di Vita in quel di Borgo Panigale, ex quartiere operaio di Bologna.
I due giovani attori, che si sono presentati in maniera talmente accurata da svelarci perfino il loro ascendente astrologico, hanno scritto e rappresentato un testo che percorre l’intera storia del globo terracqueo, uscito rotondeggiante dal Big Bang, arrivando all’attualità e al sempre più invadente spazio occupato dall’Intelligenza Artificiale che, a vedere il bicchiere mezzo pieno, potrebbe comunque sostituire la Stupidità Naturale del cosiddetto homo sapiens.
Particolarmente esilarante ho trovato l’era mesozoica con l’interpretazione di due dinosauri che hanno dato vita ad un colloquio surreale in cui l’utilizzo del lessico moderno strideva, suscitando risate, con le maschere da T-rex dotate di fauci perennemente aperte indossate dai due attori.
Insomma non era semplice condensare in un’ora la storia del pianeta, che abitiamo e che stiamo cercando di distruggere, la cui nascita risale a oltre 4 miliardi di anni fa, eppure Alessio e Innocenzo ci sono riusciti con ironia e un pizzico, che non guasta mai, di iconoclastia facendoci divertire e rasserenandoci sul nostro ruolo nella storia: siamo solo, per sfiga o per fortuna, dei minuscoli granelli nel barattolo del cosmo.
Potete anche voi sottoporvi a questa operazione di autocoscienza stasera alle 20 e domani alle 17.
Vi sentirete più leggeri

Innocenzo e Genchi. Genchi ed Innocenzo. Uno pugliese, l’altro campano. Uno ha studiato alla scuola di teatro Galante Garrone L’altro da Metamundo con Cristobal Jodorowsky. Due percorsi estremamente diversi, posti in due parti del globo diverse ma allo stesso tempo vicine: forse la puglia non è vicina alla Campania? Forse l’arte di Jodorowsky non è vicina a quella della Garrone? Entrambi minuscoli granelli nel barattolo del mondo, si sono ritrovati in Via Emilia Ponente 485, a Teatri di Vita, dove è nata una grande amicizia e collaborazione artistica. Teatri di Vita è in effetti un luogo dove stare, dove rimanere, dove incontrarsi, più che un luogo di passaggio e la giornata del 6 ottobre ne è la dimostrazione. Non soltanto per l’ottimo brunch servito ma anche per l’accoglienza, il silenzio e le chiacchiere di teatro e della domenica. (…)

Il secondo spettacolo è sempre uno zapping, i nostri Genchi ed Innocenzo sono le nostre televisioni ambulanti ma hanno loro il telecomando. Uno zapping più complesso, più grande, perché non parla della vita di un uomo ma dell’intera umanità. Basandosi sugli studi dello storico e saggista Yuval Noah Harari , sono partiti da animali, fino ad arrivare a dèi. Secondo Genchi ed Innocenzo, l’evoluzione arriva come una chiamata dal call center che ci tenta fino all’ultimo e per farci cedere ci promette invenzioni straordinarie, così l’umano cede, ma avrà fatto bene? Aveva tutto quello di cui ha bisogno o no? C’è davvero bisogno sempre di espanderci fino all’inverosimile? Per quale causa? Per andare verso cosa? Finire con una nuova estinzione dove sopravviveranno solo le cimici? Forse c’è una voglia nell’umano di espandersi sempre di più a macchia d’olio, forse sta nella brama di sapere e di conoscenza l’infelicità dell’umanità? Porta lo spettatore a farsi delle domande, porta lo spettatore a non darsi delle risposte, perché forse le risposte che cerchiamo non sono che dentro di noi ma se continuando a vagare come potremmo mai trovarle? Oppure stiamo parlando di risposte effimere che appena date ci rilassano per un istante e poi subito c’è una nuova domanda, una nuova conquista, una nuovo modo di essere infelici? Allora chissà l’unica cosa da fare è estinguerci e lasciare posto alle cimici.