CUORE D’ITALIA
L’estate appesa a un filo
2 luglio-2 agosto 2020

Il tradizionale appuntamento con il festival internazionale di “reportage” di Teatri di Vita cambia segno alla sua 15esima edizione. Questa “estate appesa a un filo” ci porta in un Paese straniero: l’Italia.

Gli italiani tornano a uscire di casa e l’Italia che trovano è come un Paese straniero. Il “teatro di reportage” che ci porta ogni anno a raccontare altri orizzonti culturali, sociali e politici, quest’anno ci porta a scoprire un Paese nuovo e inedito: l’Italia. Quella che ci aspettiamo e che non ci aspettiamo, che abbiamo dimenticato in questi mesi e che abbiamo scoperto essere diversa da come immaginavamo. Un’Italia che si confronta con sé stessa, ma anche con l’Europa di cui fa parte e con il mondo di cui ugualmente fa parte, e che continua a premere da oltre i confini. Un’Italia che ha conosciuto per mesi cosa significhino i muri – quelli di casa, quelli del sospetto, quelli del rifiuto, quelli della paura – e cosa significhi abbatterli, scoprendo alterità e identità.

Sottotitolo di questa edizione è “L’estate appesa a un filo”, segno della precarietà di questi tempi di timori e di pandemia, ma anche segno di una speranza: è il filo di Arianna che invitiamo a seguire per uscire dalle nostre paure e condividere queste serate nel segno dell’incontro e della cultura. Il sottotitolo unisce il festival “Cuore d’Italia” con le “resiDANZE di primavera” che hanno avuto luogo, immediatamente dopo la riapertura dei teatri dopo il lockdown da Covid, dal 15 giugno, offrendo così un mese e mezzo ininterrotto di cultura e spettacolo negli spazi all’aperto a Teatri di Vita.

Come sempre il festival si articola in tanti percorsi, per cinque settimane, dal 2 luglio al 2 agosto, nei giorni di giovedì, venerdì, sabato e domenica.

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Lo SPETTACOLO DAL VIVO ci offre un panorama di 10 spettacoli di altrettante formazioni artistiche tra teatro, danza e arti performative, in programma nei giorni di sabato e domenica. Una ricognizione che punta a sostenere in particolare le realtà artistiche della nostra regione, ma non solo.
Si inizia con un doppio assolo femminile: la danza di Silvia Gribaudi che ribalta i canoni della bellezza femminile imposti dal mercato glamour in “A corpo libero”, e il teatro di Patrizia Bernardi che affonda nella psicologia di una donna sola con uno studio de “Il principe Harry si sposa a maggio ed io non so cosa mettermi” scritto e diretto da Rita Biamonti. Il programma prosegue con Macellerie Pasolini e lo struggente racconto d’amore di una coppia in “Love Car” diretto da Ennio Ruffolo; Teatro delle Albe e Luigi Dadina che in “I fatti” recuperano una storia familiare romagnola che si intreccia con la storia operaia; Fanny & Alexander con il racconto del “Mago di Oz”; Irene Serini che nel quarto studio “Abracadabra”, qui presentato in anteprima, affronta il pensiero politico di Mario Mieli; Ateliersi in una originale riflessione sulla solidarietà con “Soli”; Vetrano e Randisi nel loro capolavoro “Totò e Vicé” di Franco Scaldati; Davis Tagliaferro con “Il tesoro di Manuch”. Al teatro di Antonio Tarantino, scomparso lo scorso aprile, dedichiamo un piccolo omaggio, con uno spettacolo interpretato da Francesca Ballico, “Cara Medea” e il docufilm “Noi, Antonio” (vedi nella sezione cinema). Inoltre la compagnia Al-Hakawati del Theater X di Berlino presenta i lavori in progress all’interno del progetto internazionale MareMuro.

Il CINEMA è presente tutte le sere, in quattro percorsi paralleli, per un totale di 20 proiezioni: giovedì MareMuro, per parlare di “muri”, di migranti, di confini e di umanità; venerdì Italia, con una selezione di film notevoli ma poco visti del cinema italiano prodotti tutti nel 2019; sabato Eventi, con film italiani di particolare rilievo, in particolare film musicali e d’animazione; domenica Documenti, ovvero documentari italiani, anch’essi prodotti tutti nel 2019.
Giovedì MareMuro, che rientra nel progetto internazionale “MareMuro” sostenuto da Europa Cultura dell’Unione Europea, ci porta in cinque luoghi di confine: la spagnola Melilla in terra marocchina, dove sorge fisicamente un muro tra Europa e Africa, che i migranti cercando di scavalcare, raccontati nel documentario pluripremiato “Les sauteurs” di Moritz Siebert, Estephan Wagner, Abou Bakar Sidibé (2016); la Palestina, martoriata dall’occupazione e segnata dal “muro della vergogna” che incombe su un’imminente annessione, con il film “Mafak” di Bassam Jarbawi (2019; anteprima italiana); la Libia, che vedremo attraverso 8 cortometraggi di giovani registi libici realizzati con il sostegno del Cairo Institute for Human Rights Studies (2017; anteprima italiana); l’Albania, in passato terra di confine e di sofferenza, e oggi al centro di nuove dinamiche con l’Italia e l’Europa, con “Rotta contraria” di Stefano Grossi (2018); la Siria dei Curdi, che vedremo in due corto-mediometraggi che raccontano da una parte la sofferenza sotto l’avanzata dell’Isis (“Alan” di Mostafa Gandomkar, 2017) e il lungo cammino di una migrante da Afrin alla Germania, documentato dal suo smartphone (“Selfie” di Juan Ibesh, 2016; anteprima italiana).
Venerdì Italia raccoglie film indipendenti italiani del 2019, e si caratterizza per la presenza in sala del regista, che dialogherà con il pubblico dopo la proiezione. Si comincia con Federico Bondi e la sua “Dafne” che vede come protagonista una ragazza autistica; a seguire Emiliano Aiello, Ludovica Andò e la loro “Fortezza” che porta il “Deserto dei Tartari” di Buzzati dentro un carcere, interpretato dagli stessi detenuti; Giuseppe Carrieri che ci porta in una Napoli visionaria con “La metamorfosi”; e Alberto Castiglione, che con “Divina” ci racconta la storia di una diva decaduta.
Sabato Eventi inizia con l’opera prima di Lorenzo Mattotti, il film d’animazione “La famosa invasione degli orsi in Sicilia” (2019), a cui risponde un’altra bellissima pellicola di animazione, “Gatta cenerentola” di Alessandro Rak, Ivan Cappiello, Marino Guarnieri, Dario Sansone (2017). A seguire, il musical “Riccardo va all’inferno” (2017) di Roberta Torre con protagonista Massimo Ranieri; il film di Eros Puglielli “Nevermind” (2018), premio del pubblico al Fantafilm. Per finire con un vero evento: la versione rimasterizzata di “Orfeo 9”, la prima opera rock a livello mondiale, diventata film nel 1973, diretta da Tito Schipa jr e interpretata tra gli altri da due giovanissimi Renato Zero e Loredana Bertè al loro esordio.
Domenica Documenti presenta cinque documentari italiani del 2019 e ci porta a indagare: le dinamiche di genere nell’Italia contemporanea con “Normal” di Adele Tulli, che la rivista “Wired” ha inserito nella top ten dei 10 film migliori del 2019 a livello internazionale; la crescita di un adolescente dentro un istituto alberghiero in “L’apprendistato” di Davide Maldi; “Noi, Antonio” di Paolo Perlotti, intervista ad Antonio Tarantino che si collega allo spettacolo “Cara Medea” in un omaggio al drammaturgo scomparso lo scorso aprile; “Dicktatorship” di Gustav Hofer e Luca Ragazzi sui rapporti sessisti e di potere tra uomo e donna nell’Italia contemporanea; per concludere con una delle anteprime italiane del recentissimo “In un futuro aprile” di Francesco Costabile e Federico Savonitto sugli anni friulani di Pier Paolo Pasolini.

La sezione MUSICA (ogni venerdì) è interamente femminile e si concentra sul fenomeno della trap. Sono cinque protagoniste italiane della trap a raccontare l’Italia di oggi attraverso le loro canzoni: una ricognizione inedita nel panorama delle “urban singing women”. Ogni concerto delle nostre “ragazze di città” è presentato da Eva Robin’s “ragazza di città”. In programma: McNill, Chadia Rodriguez, Nibirv, Leslie.

Anche la sezione ARTE è interamente femminile, e interpreta in modo originale il tema del filo. Sono le maggiori rappresentanti italiane della “fiber art”, l’arte del filo e della tessitura, che creano ogni settimana una diversa installazione artistica nel parco circostante. Si tratta di Patrizia Polese, Elvezia Allari, Gloria Campriani, Susanna Cati, Daniela Frongia. Accanto alle creazioni d’arte, nella prima settimana una creazione che incrocia la “fiber art” con la solidarietà, ovvero la coperta “Mettiamoci una pezza” realizzata dall’associazione Animammersa de L’Aquila per sensibilizzare sul tema della rinascita della città dopo il terremoto del 2009.

Cambia d’impostazione la tradizionale sezione LETTERE DAL FRONTE INTERNO, che quest’anno ha un taglio del tutto particolare: vere e proprie lettere a diversi destinatari per raccontare questo Paese, tutte scritte da poeti. Un Epistolario del 2020, come per dire che in questo tempo azzerato occorre ripartire ascoltando i poeti, con il loro sguardo sul presente, o sul futuro, o su un tempo che solo un poeta può riuscire a raccontare. L’appuntamento è il giovedì e venerdì, per un totale di 10 letture, eseguite dagli autori stessi. Partecipano: Loredana Alberti e Fiorella Petronici, Alessandra Berardi Arrigoni, Vincenzo Bagnoli, Alberto Bertoni, Vito Bonito, Bruno Brunini, Valeria Cagnazzo, Martina Campi, Alice Diacono, Alberto Masala, Gassid Mohammed, Marilena Renda, Sergio Rotino, Giancarlo Sissa, Maria Luisa Vezzali, Gabriele Via.

Dulcis in fundo, gli straordinari RITRATTI D’ITALIA, ovvero cinque incontri con personalità che ci aiutano a comprendere il tempo presente attraverso le loro testimonianze, ogni giovedì. Ovvero: monsignor Matteo Zuppi intervistato da Milena Gabanelli (con la partecipazione dell’assessore comunale alla cultura Matteo Lepore), il leader delle Sardine Matteo Santori intervistato da Raffaella Pezzi, l’avvocata dei diritti Cathy La Torre intervistata da Caterina Giusberti, l’ex ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti intervistato da Giampiero Moscato (con la partecipazione dell’assessore comunale al bilancio Davide Conte e della vicepresidente dell’Assemblea legislativa regionale Silvia Zamboni) e insieme l’assessore regionale alla sanità Raffaele Donini, il giornalista Luca Ponzi e l’infettivologa Adriana Ammassari per parlare di Covid. Gli incontri sono guidati da Daniela Camboni.

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Il festival “Cuore d’Italia” rientra nel festival “Bologna Estate 2020” del Comune di Bologna, ed è sostenuto con il contributo della Regione Emilia Romagna e della Fondazione del Monte. Una parte del festival è all’interno del progetto MareMuro sostenuto da Europa Creativa dell’Unione Europea. Il festival gode della prestigiosa etichetta Effe Label rilasciata dall’Associazione dei Festival Europei.